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BACINO LAVACCI

OASI NATURALE LOCALIZZAZIONE Sito posto fra i Comuni di S. Urbano, Villa Estense e Granze.

DIMENSIONE Superficie complessiva pari a Ha 31.33.05.

ASPETTI AMBIENTALI L’ambito dei Lavacci, altrimenti conosciuto come "Bacino Valgrande", deriva dal vasto complesso di paludi, laghi e terre semi-sommerse che un tempo si estendeva tra le province di Verona e di Padova fino alle foci dell’Adige.

Oggi appare un prezioso, raro, esempio di sistema di transizione. E’ uno degli ambiti naturalistici più importanti della Provincia di Padova ed è' uno degli ultimi e rari esempi di foresta umida che, ancora in epoca medievale, interessava gran parte delle aree acquitrinose della Bassa Padovana.


Tale bacino è una cassa di espansione del canale Masina, cassa creata nel 1929 con interventi successivi fino a trenta anni fa per ovviare a problemi di natura idraulica inerenti alla confluenza con il fiume Gorzone che era presente in corrispondenza del ponte di Carmignano. "Tale bacino ha mantenuto in prevalenza l’originario uso agricolo, sviluppando però una fisionomia prettamente ambientale e naturalistica nella zona più a valle in prossimità della attuale confluenza dei due corsi d’acqua.


Vi si riscontrano piccole e frammentate, ma complete, seriazioni di associazioni vegetali , che vanno dai boschetti ripariali (salico-populeti con esemplari di olmo), ai cariceti, dai fragmiteti al tipheto per terminare, negli specchi liberi d’acqua, differenziandosi secondo la mobilità della corrente, alle associazioni di idrofite a Ninphaea, Nimphodes e Lemna. La vegetazione arborea dei Lavacci e' costituita prevalentemente da salici, pioppi e, in misura minore, da ontani. Lungo gli argini, al limite delle zone a prato, si trovano gli arbusti tra i quali vanno ricordati: la sanguinella, il biancospino, il prugnolo e la rosa canina.


Le aree acquitrinose sono invece popolate da canna palustre, dal carice e da una serie di piante erbacee molto interessanti come il giaggiolo di palude, la sarcinella e la ninfea.


Nelle aree prative e lungo le arginature sono frequenti la salvia dei prati, il ginestrino, la margherita maggiore ed il luppolo.


Per la ricca varietà di ambienti e per il relativamente modesto disturbo arrecato dalle attività colturali che si esercitano nel contorno, compreso l’accesso agli argini con mezzi meccanici, nel biotopo sono presenti numerosissime specie dell’avifauna, dagli anatidi agli ardeneidi, non escluse specie rare e di spiccato interesse naturalistico (Martin pescatore, Merlo acquaiolo, Rigogolo, garzetta, l'airone cenerino, la nitticola ed il cuculo.ecc.). Il bosco dei Lavacci e' conosciuto anche come Bosco del Bacino, un toponimo che fa riferimento alla grande opera di riassetto idraulico della zona.


Da un documento del 1424 risulta che la valle dei "Lavachi" era molto piu' estesa dell'attuale. A sud raggiungeva l'argine di S. Caterina e a nord il vecchio tracciato stradale che da Carmignano raggiungeva Granze. Il progressivo recupero dei terreni vallivi, per fini agricoli, ha progressivamente modificato l'assetto ambientale di questi luoghi.





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